Extraordinary Stories

AstiTeatro raccontato dalle ragazze e dai ragazzi del Progetto PCTO

Astiteatro
26 giugno 2022

Durante tutta la durata del Festival i  ragazzie e le ragazze del Progetto PCTO parteciperanno attivamente a tutti gli spettacoli raccogliendo informazioni e materiali utili, fotografando e filmando ciò che accade prima e dopo uno spettacolo, il tutto finalizzato alla cura e realizzazione in maniera perlopiù autonoma il blog. 

Gli studenti anche quest’anno racconteranno, attraverso il loro punto di vista, l’ esperienza della rassegna teatrale.

Il progetto

Un progetto di Audience Engagement che vuole raccontare l’esperienza teatrale durante la rassegna di Asti Teatro dal punto di vista dei più giovani.

I ragazzi del progetto PCTO del Comune di Asti che parteciperanno all’edizione 44 del Festival AstiTeatro sono:
Palumbo Sofia, Karaj Sogida, Bosia Manuela, Celiberti Giulio, Tagliatti Filippo, Cammarata Federico Pietro, Kone Yuma, Monesi Giorgia.

Lo spettacolo “L’albero dei regali” si è tenuto a teatro Alfieri e ha coinvolto numerosi bambini.

Durante lo spettacolo gli attori hanno raccontato della famiglia Merendoni e, successivamente, hanno narrato una storia il cui titolo era “i Conquistatori”; in particolare hanno impersonato due personaggi della storia: il soldato Pasticcio e il generale dell’esercito.

Durante la storia i due si imbattono in una cittadina che volevano conquistare e quando gli abitanti aprono le porte della città si mostrano molto gentili e disponibili nei confronti dei “Conquistatori,” offrendo loro riposo e cibo.

Gli abitanti inoltre insegnano al generale il gioco del barattolo e gli danno gli ingredienti per una buonissima zuppa.

I conquistatori decidono di tornare a casa, con molto dispiacere, si rimettono in marcia…

Arrivati a casa erano molto felici di rivedere le proprie famiglie, in particolare il generale, che insegna il gioco del barattolo a sua figlia e cucina la zuppa del villaggio con sua moglie.

– Palumbo

Lo spettacolo “Museo Pasolini” che si è tenuto nel cortile del Michelerio il 26 giugno alle ore 22:00 ci ha raccontato come potrebbe essere un’ipotetico museo dedicato allo scrittore di poesie Pierpaolo Pasolini.

L’artista, la guida, riprende e ci racconta la vita dello scrittore. Lo spettacolo è iniziato con un discorso sui musei in generale e su cosa ci sia di caratteristico in ognuno di essi, per poi concentrarsi sulla vita del poeta. Per tutta la durata dello spettacolo questi racconti sono stati accompagnati da una fisarmonica che ha reso il racconto più leggero e piacevole. Inoltre sono anche stati toccati momenti leggermente scandalosi del poeta, per esempio quello del delitto di Pelosi.

Lo spettacolo è piaciuto molto al pubblico, accompagnato da molti applausi e di complimenti vari anche all’uscita nel cortile.

– Karaj e Palumbo

Il 26 giugno a Palazzo Alfieri ho avuto la grande fortuna di partecipare a “La stanza”, un’esperienza virtuale creata da Asterlizze.  

Lo spettatore (fornito di visore e telecomando appositi) viene trasportato nel ’93, a Enna, in una camera da letto semplice, che all’inizio non può sembrare altro che una normale stanza. Ma è proprio il telecomando a trasformarla in un luogo vivo, permettendo allo spettatore di attivare una serie di funzioni sonore e visive che gli consentiranno di andare alla scoperta di una realtà affascinante, in un viaggio nel tempo che ripercorre la vita di una donna, dagli anni ’50 agli anni ’90, concentrandosi in particolar modo sulle lotte femministe avvenute a Enna nel ’77.

Tutto risulta incredibilmente realistico, tanto che per un momento ci si potrebbe scordare di essere in una simulazione: si può accendere la televisione, aprire cassetti, ascoltare vinili e persino osservare fotografie che prendono vita, trasformandosi in video capaci di dare in poche scene le informazioni principali per comprendere a pieno “La stanza”.

Una volta indossato il visore lo spettatore smette di essere se stesso per entrare nei panni di Vera, una bambina di dieci anni che in un giorno qualunque si intrufola nella camera della madre.

Sebbene possa sembrare che la scena giri intorno a una vicenda della vita della bambina, la reale protagonista è lei, Elvira, mamma di Vera.

Elvira ha la sfortuna di nascere in un contesto sociale profondamente influenzato dal patriarcato (ancora più di oggi), in un mondo dove se sei una donna e hai l’ardire di alzare la voce e rifiuti di stare zitta e obbedire sei un’innetta, alla stregua di una “strega”. E lei fa di tutto per combattere contro questa realtà, partecipando a manifestazioni e a riunioni, affinché anche la donna inizi a essere considerata e valorizzata.

Ricorrono temi importanti, e a noi attualmente molto vicini, quali l’aborto e la violenza sessuale, ma anche della semplice mancanza di rispetto nei confronti delle donne. Un esempio è Luca, ex marito di Elvira che, oltre a trattarla e a parlarle con sufficienza, si dimostra essere un padre assente per Vera.

Oltre che a trattare il tema del femminismo, ho avuto l’impressione che “La stanza” volesse far riferimento in modo velato del rapporto silenzioso che spesso corre tra un genitore e un figlio, quando quest’ultimo è ancora piccolo e dei suoi genitori non conosce nulla se non il suono della voce quando sono felici o arrabbaiati o la loro espressione facciale mentre giocano con lui, ignorando completamente il fatto che prima di lui, i genitori abbiano avuto una vita, un passato. Fa un po’ venire in mente quella fatidica frase: “Te lo racconto quando sarai più grande”; solo che Vera scopre sua madre quando è ancora una bambina.

“La stanza” insomma è una storia di donne e in particolare di una. Una donna che ha praticamente cresciuto da sola sua figlia; una donna che fin da bambina ha scelto di dire no e di rispondere se qualcosa non le andava bene.

– Monesi