Extraordinary Stories

AstiTeatro raccontato dalle ragazze e dai ragazzi del Progetto PCTO

Astiteatro
24 giugno 2022

Durante tutta la durata del Festival i  ragazzie e le ragazze del Progetto PCTO parteciperanno attivamente a tutti gli spettacoli raccogliendo informazioni e materiali utili, fotografando e filmando ciò che accade prima e dopo uno spettacolo, il tutto finalizzato alla cura e realizzazione in maniera perlopiù autonoma il blog. 

Gli studenti anche quest’anno racconteranno, attraverso il loro punto di vista, l’ esperienza della rassegna teatrale.

Il progetto

Un progetto di Audience Engagement che vuole raccontare l’esperienza teatrale durante la rassegna di Asti Teatro dal punto di vista dei più giovani.

Le ragazze del progetto PCTO del Comune di Asti che parteciperanno all’edizione 44 del Festival AstiTeatro sono:
Palumbo Sofia, Karaj Sogida, Bosia Manuela, Celiberti Giulio, Tagliatti Filippo, Cammarata Federico Pietro, Kone Yuma, Monesi Giorgia.

 Lo spettacolo Pietre Nere si è svolto a Spazio Kor alle ore 20:00 del 24 giugno.

Lo spettacolo è iniziato con musica ad alto volume e l’artista, una volta interrotta la musica, ha parlato delle pietre nere riferendosi ai cellulari e poi delle pietre in generale, dicendo che tutto ciò che ci circonda è fatto di esse. Un altro artista ha iniziato a raccontare di sua nonna e di quanto un tempo la sua casa fosse speciale e di come da quando è stata mandata in casa di riposo, la sua casa senza di lei non avesse più senso.

In pratica una dimora non ha senso senza le persone che ci vivono dentro e senza i loro effetti personali.

Il pubblico ha apprezzato molto lo spettacolo, applaudendo per più di 5 minuti dalla fine.

Una cosa che abbiamo apprezzato, come ha fatto il pubblico è stata la bravura degli artisti, soprattutto il bambino, molto bravo e sicuro di sé per la sua età.

– Palumbo Sofia e Karaj Sogida

Asti ha riaperto le porte al festival Asti Teatro, che durerà dal 23 giugno al 3 luglio e si terrà in alcuni dei luoghi storici della città.

Ieri sera, 24 giugno, al cortile del Michelerio si è svolto lo spettacolo teatrale “I treni della felicità”, una storia raccontata da tre bravissime attrici, ambientata nel primo dopoguerra, in cui le donne dell’UDI (Unione donne italiane), organizzarono dei convogli che trasportarono migliaia di bambini poveri del Sud presso famiglie contadine e operaie del nord e del centro Italia, che erano disponibili ad ospitarli.

La scenografia dello spettacolo era molto semplice, composta da vecchi tavoli che vengono spostati e capovolti, formando così ambienti diversi.

La musica dal vivo accompagna lo spettacolo con gli strumenti a fiato e a percussione di Edmondo Romano.

Le tre attrici protagoniste passano da essere bambine, che hanno paura di non essere scelte da nessuna famiglia a donne anziane che ricordano il viaggio sul treno.

Il pubblico presente al cortile del Michelerio ha molto apprezzato la rappresentazione teatrale, le tre attrici protagoniste sono riuscite a conquistare gli spettatori con la loro bravura e la capacità di trasmettere emozioni forti, come quelle raccontate in questa storia di solidarietà e disperazione.

– Tagliatti Filippo

Lo spettacolo Così è (o mi pare) rappresenta un genere di teatro innovativo. Si tratta infatti di un’esperienza in Realtà Virtuale, che fa uso del visore VR, oltre che un paio di cuffie. La trama della rappresentazione è ispirata a Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello.

L’esibizione mi ha incuriosita molto essendo un’esperienza a me nuova: non avevo mai avuto prima l’occasione di prendere visione a uno spettacolo vero e proprio con l’utilizzo del visore. Ma la vera efficacia ritengo sia data dalla maestria con cui interagiscono i personaggi. Impersonando il pubblico stesso uno dei protagonisti della scena, si è spesso resi partecipi direttamente dagli attori, i quali si rivolgono allo spettatore come “nonno”.

La trama e i dialoghi sono coinvolgenti e riescono a mantenere l’attenzione dello spettatore durante tutta la durata.

Molti elementi ornamentali della scenografia ricordano il passato dando un’atmosfera quasi “vintage” all’ambiente, pur mantenendo una modernità eccezionale nel resto della narrazione.

La conclusione dello spettacolo spinge lo spettatore ad una riflessione personale pur restando in toni leggeri.

Insomma Così è (o pare) è un vero e proprio spettacolo trasversale, che riesce a soddisfare anche lo spettatore più esigente.

– Kone Yuma