Il Festival Astiteatro raccontato da una volontaria

Asti, venerdì 25 giugno 2021

Lo sapevate che La Marsigliese, inno nazionale francese, è in realtà stata copiata dal brano La Vercellese dell’italiano Giovanni Battista Viotti (1781) e composta in territorio austrico, per ordine di un generale dell’esercito tedesco, con parole in lingua francese? Ma non ha alcuna importanza, poiché d’altronde tutti gli Stati nel corso della storia si sono rubati a vicenda opere d’arte, fosse essa letteratura, musica, drammaturgia o pittura.

Si apre così “Ottantanove”, drammaturgia sulla Rivoluzione Francese che vede sul palco Marco Cavalconi, Elvira Frosini e Daniele Timpano. Ma non ci si deve aspettare una noiosa lezione di ripasso su questo importante tassello della storia francese ed europea; bensì un’emozionante spettacolo che vede l’alternarsi della voce dei tre artisti, alla lettura di famose opere di Victor Hugo, Vittorio Alfieri e Ugo Foscolo, al canto di famosi brani come “Alle armi” o “Bella ciao”. Uno spettacolo che lascia col fiato sospeso, che cattura l’attenzione dello spettatore dal primo istante fino alla chiusura del sipario, che non permette quasi al pubblico di respirare e che porta lo spirito patriottico e rivoluzionario del Settecento sul palco di un teatro del XXI secolo. Gli artisti incantano e affascinano tutto il teatro con la loro spettacolare performance che porta gli spettatori a trattenere il fiato in costante attesa della battuta seguente.

Non dobbiamo guardare al passato come ad una sequenza di fotogrammi in bianco e nero, distanti da noi, separati da noi, a cui pensiamo con nostalgia. Poiché altrimenti finiremo col “diventare archeologia” e a trasformarci in “spettatori passivi, inattivi, ingobbiti, costretti al silenzio in un teatro buio nella periferia del mondo”. No, noi dobbiamo aprire gli occhi e gridare “Alla Bastiglia!”, combattere per i nostri diritti, “scendere in piazza”, lottare per ottenere la libertà di …

Articolo redatto da: Carnovale Arianna.